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TRANSIZIONE 4.0. RISORSE ESAURITE (PER ORA)

Il Mimit ha comunicato sul proprio sito internet che le risorse stanziate per il credito d’imposta Transizione 4.0 – pari a 2,2 miliardi di euro per gli investimenti effettuati dopo il 1° gennaio 2025 – risultano attualmente esaurite.

In realtà si tratta di un’azione cautelativa dovuta al fatto che, al momento, non è possibile sapere quanti degli investimenti effettuati avendo versato un acconto del 20% entro il 31/12/2024 e che si sono completati dopo il 1° gennaio 2025, o ancora si completeranno nel corso del 2025, siano da escludere dal tetto di spesa imposto dalla legge di bilancio di 2,2 miliardi euro.

Le imprese, quindi, dovranno attendere il 17 luglio per verificare quante risorse risultino realmente già impegnate per soddisfare così le richieste pervenute che nel frattempo riceveranno comunicazione di indisponibilità.

È pertanto fondamentale, per chi non avesse effettuato entro il 15 maggio 2025 la comunicazione preventiva con il vecchio modello, continuare a trasmettere le comunicazioni, anche in presenza di questo temporaneo esaurimento delle risorse, per acquisire una posizione utile nell’ordine cronologico.
Problema che non sussiste per le imprese che, al contrario, hanno effettuato tali comunicazioni secondo il DM 24.04.2024 con i vecchi modelli, per le quali le risorse risultano disponibili a condizione che venga però effettuata la nuova comunicazione entro il 17 luglio.
Altra cosa importante: per chi ha effettuato la comunicazione e ha ricevuto la mail con ricevuta di risorse esaurite, non sarà necessario trasmettere entro 30 giorni la comunicazione preventiva con acconto. Per questa i 30 giorni (come previsto dal comma 3 dell’articolo 2 del decreto direttoriale del 15 maggio) decorreranno dalla successiva comunicazione (prevista dal comma 9 dello stesso articolo) che il GSE potrà trasmettere in caso le risorse liberate possano soddisfare le prenotazioni pervenute in base all’ordine cronologico.

9. Nel caso di indisponibilità anche parziale, delle risorse di cui al citato comma 446, il GSE ne dà comunicazione all’impresa. Le comunicazioni di cui al presente decreto si intendono in ogni caso trasmesse. Nel caso di nuova dispomibilità di risorse, il GSF,ae dà comunicazione all’impresa secondo l’ordine cronologico di trasmissione delle comunicazioni di cui al comma
2.

Art. 2 Comma 9

3. Entro 30 giori dall’invio del modello di comunicazione in via preventiva, l’impresa trasmette nuovamente il modello in via preventiva con l’indicazione della data e dell’importo del pagamento relativo all’ultima quota dell’acconto per il raggiungimento del 20 per cento del costo di acquisizione. In caso di indisponibilità di risorse, i 30 giorni decorrono dalla data della comunicazione del GSE di cui all’art. 2, comma 9 del presente decreto. Fermo restando l’obbligo di invio della comunicazione di cui al presente comma, per i beni oggetto di leasing finanziario il pagamento di quote per il raggiungimento del 20 per cento del costo di acquisizione di cui al periodo precedente si considera soddisfatto con la stipula del contratto di leasing e l’impegno assunto con il fornitore dalla società di leasing con la sottoscrizione dell’ordine di acquisto.

Art. 2 Comma 3

Le imprese che, a partire dal 17 giugno, inviano la comunicazione preventiva tramite la piattaforma GSE ricevono una ricevuta con esito “non disponibile”, che tuttavia attesta il corretto invio e protocolla la domanda secondo l’ordine cronologico.
Secondo quanto previsto dal decreto direttoriale del 15 maggio 2025 (modificato il 16 giugno), la priorità resta valida anche in caso di esaurimento temporaneo del plafond: ciò significa che, se il 17 luglio – termine per completare le comunicazioni con acconto – si libereranno risorse, queste saranno assegnate seguendo la data e l’ora di ricezione delle comunicazioni preventive.

Cosa conviene fare? Anche in caso di ricezione negativa per esaurimento risorse, è fondamentale trasmettere comunque la comunicazione preventiva, per non perdere la priorità temporale e rientrare nel primo slot utile di riallocazione fondi.
Attenzione alle scadenze: per le comunicazioni che hanno avuto esito positivo e hanno “bloccato” risorse, resta obbligatoria l’ulteriore comunicazione con acconto entro 30 giorni, pena la decadenza dalla prenotazione.
Nella ricevuta inviata dal GSE si legge chiaramente:
“Le risorse sono esaurite. In caso di nuova disponibilità saranno messe a disposizione secondo l’ordinamento delle richieste preventive pervenute”.

Transizione 4.0 Nuovo modello di comunicazione dal 17 giugno 2025

Nuovo modulo di comunicazione del Credito d’Imposta Transizione 4.0 (dal 17 giugno 2025) 

il panorama degli incentivi per la Transizione 4.0 si è recentemente aggiornato con nuove disposizioni  volte a disciplinare la fruizione del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi.  

Di seguito le principali novità. 

Apertura della Piattaforma Informatica  

Dalle ore 14 del giorno martedì 17 giugno 2025 le imprese possono presentare nell’apposita sezione  “Transizione 4.0” del sito internet del GSE il nuovo modello di comunicazione per l’accesso al credito  d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali 4.0 effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre  2025, ovvero fino al 30 giugno 2026 a condizione che entro il 31 dicembre 2025 sia stato versato un  acconto pari ad almeno il 20% dell’investimento, nel limite di spesa complessivo di 2,2 miliardi di euro. 

L’obiettivo di questa comunicazione è la prenotazione delle risorse, prevista dalla Legge di Bilancio  2025, pari a un limite di spesa complessivo di 2,2 miliardi di euro

Le disposizioni di questo decreto si applicano anche agli investimenti già comunicati con data di  ultimazione successiva al 31 dicembre 2024, per i quali, entro tale data, non risulti verificata  l’accettazione dell’ordine da parte del venditore con il relativo pagamento di acconti pari ad almeno il  20% del costo di acquisizione. 

Il processo di comunicazione si articola in 3 fasi, tutte da effettuare tramite il nuovo modello di  comunicazione: 

  • 1 – Comunicazione Preventiva: 

o Le imprese devono trasmettere una comunicazione preventiva entro il 31 gennaio 2026,  indicando gli investimenti previsti e il relativo credito d’imposta. L’ordine cronologico di  invio determina la priorità nella prenotazione delle risorse. 

  • 2 – Comunicazione Preventiva con Acconto: 

o Entro 30 giorni dall’invio della comunicazione preventiva, l’impresa deve ritrasmettere il  modello in via preventiva con l’indicazione della data e dell’importo del pagamento  dell’ultima quota di acconto per il raggiungimento del 20% del costo di acquisizione. Per i  beni oggetto di leasing finanziario, il pagamento delle quote per il raggiungimento del 20%  del costo di acquisizione si considera soddisfatto con la stipula del contratto di leasing e  l’impegno assunto con il fornitore dalla società di leasing tramite la sottoscrizione  dell’ordine di acquisto 

o In caso di indisponibilità di risorse, i 30 giorni decorrono dalla data della comunicazione del  GSE  

  • 3 – Comunicazione di Completamento: 

o Il modello deve essere trasmesso nuovamente dall’impresa al completamento degli  investimenti

o Le scadenze per questa comunicazione sono:  

Entro il 31 gennaio 2026 per gli investimenti ultimati entro il 31 dicembre 2025.

Entro il 31 luglio 2026 per gli investimenti ultimati entro il 30 giugno 2026.

 

  • Mancato Invio: Il mancato invio delle comunicazioni nei termini e nelle modalità previste comporta  il mancato perfezionamento della procedura per la fruizione del credito d’imposta
  • Credito d’Imposta Fruibile: Il credito d’imposta prenotato rappresenta il credito massimo fruibile  in compensazione. Il credito d’imposta effettivamente fruibile sarà determinato sulla base del minor  valore tra i crediti comunicati. 

Nel caso di indisponibilità, anche parziale, delle risorse complessive di 2,2 miliardi di euro, le  comunicazioni presentate dalle imprese si intendono comunque trasmesse. Se successivamente si  dovesse verificare una nuova disponibilità di risorse, il GSE ne darà comunicazione all’impresa  seguendo l’ordine cronologico di trasmissione delle comunicazioni preventive. 

Per le imprese che hanno già comunicato investimenti, sia in via preventiva e sia di completamento,  tramite il modello previsto dal decreto del 24 aprile 2024, con data di ultimazione successiva al 31  dicembre 2024, è previsto un percorso specifico

  1. Mantenimento dell’ordine cronologico: ai fini della prenotazione delle risorse, rileva l’ordine  cronologico di invio della comunicazione preventiva già trasmessa, a condizione che entro 30  giorni a partire dal 17 giugno 2025 le imprese trasmettano il nuovo modello di comunicazione  in via preventiva; 
  2. Comunicazioni successive: le imprese devono adempiere agli obblighi di conferma dell’acconto  (entro 30 giorni dalla comunicazione preventiva) e di completamento degli investimenti entro i  tempi previsti. 
  3. Conseguenze del mancato adeguamento: le imprese che non si adeguano entro il termine di 30  giorni devono ripresentare il modello di comunicazione secondo le nuove disposizioni,  perdendo dunque la priorità relativa alla comunicazione preventiva trasmessa secondo le  disposizioni previste dal decreto del 24 aprile 2024. 

Investimenti Esclusi dalla Prenotazione (Limitata a 2,2 miliardi di euro) 

Per gli investimenti completati nel 2024 e per gli investimenti completati nel 2025 e per i quali al 31  dicembre 2024 risulta verificata l’accettazione dell’ordine da parte del venditore con il relativo  pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione, continuano ad  applicarsi le disposizioni di cui al decreto direttoriale 24 aprile 2024. In particolare, il modello va inviato: 

  • sia in via preventiva che in via consuntiva, per gli investimenti effettuati a partire dal 30 marzo  2024; 
  • esclusivamente in via consuntiva, per gli investimenti in beni strumentali nuovi effettuati dal 1°  gennaio 2023 al 29 marzo 2024. 

Riferimenti normativi: 

  • Decreto direttoriale 16 giugno 2025 
  • Decreto direttoriale 15 maggio 2025

Transizione 5.0 FAQ operative aggiornate al 9 giugno 2025

Di seguito le FAQ operative:

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Transizione 5.0, chiarimenti e documenti da scaricare

Il Piano Transizione 5.0 è un piano istituito dall’art. 38 del D.L. 19/2024, convertito in Legge 56/2024, in attuazione della Misura 7 – Investimento 15 “Transizione 5.0″ del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che riconosce un credito d’imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive situate in Italia. Il Piano ha l’obiettivo di sostenere la transizione dei processi di produzione verso un modello efficiente sotto il profilo energetico, sostenibile e basato sulle energie rinnovabili.

L’Investimento si inserisce nell’ambito di progetti di innovazione che hanno l’obiettivo di ridurre i consumi energetici e prevede lo stanziamento di risorse finanziarie per un ammontare complessivo pari a 6,3 miliardi di euro.

La Misura, assegnata alla titolarità del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, concede un beneficio sotto forma di credito d’imposta proporzionale alla spesa sostenuta per gli investimenti effettuati.

Il D.M. Transizione 5.0 pubblicato il 24 luglio 2024 ha attuato la disciplina di cui all’articolo 38, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19.

 

Scarica tutti i documenti a questo link

 

Transizione 5.0, ecco il testo ufficiale del decreto attuativo da leggere e da scaricare

Il testo ufficiale, integrale e definitivo del decreto attuativo del piano Transizione 5.0 firmato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, sentito il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Clicca il link di seguito per scaricare il testo.

Transizione 5.0, ecco il testo ufficiale del decreto attuativo da leggere e da scaricare (PDF bollinato)

Macchine utensili in crescita anche nel 2023, Urso: “Con Transizione 5.0 4 miliardi a supporto degli investimenti in tecnologie green e digitali delle imprese”

Il comparto dei costruttori di Macchine utensili, Robot e Automazione ha chiuso il 2022 con un valore della produzione che ha toccato la quota record di 7,28 miliardi di euro (+15%): una crescita destinata a proseguire anche nel 2023, quando dovrebbe arrivare a toccare i 7,8 miliardi di euro (+7%).

“Considerando, oltre ai macchinari, anche le vendite di parti, utensili, accessori ecc. le vendite del settore hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 10,48 miliardi di euro”, sottolinea Barbara Colombo, presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre.

Il consumo nazionale di macchine utensili cresce del 26%

I dati resi noti dal Centro Studi di Ucimu – Sistemi per Produrre relativi a vendite, export e consumo confermano l’Italia come quarta potenza mondiale del settore su tutte le tre dimensioni.

Il settore è infatti in piena salute non soltanto dal punto di vista delle vendite dei costruttori di macchinari, ma anche se consideriamo la domanda di macchinari da parte delle fabbriche italiane.

Il consumo nazionale di macchinari, infatti, passa dai 5 miliardi del 2021 ai 6,31 miliardi di euro del 2022 (+26%).

La crescita della domanda ha favorito sia le vendite dei costruttori italiani sia le importazioni dall’estero. In particolare, l’incremento delle consegne sul mercato interno è del 21,6% (3,81 miliardi) mentre le importazioni crescono a 2,5 miliardi (+33,3%).

L’export

Anche l’export delle macchine made in Italy prosegue la crescita (+8,5%) a 3,46 miliardi di euro.

La minore crescita dell’export rispetto alle consegne sul mercato nazionale portano però per la prima volta nella storia recente il rapporto export su produzione sotto il 50%, precisamente al 47,6%.

Nel 2022, principali mercati di sbocco dell’offerta italiana sono risultati: Stati Uniti (482 milioni, +43,5%), Germania (306 milioni, -13,3%), Cina (226 milioni, -0,7%), Francia (193 milioni, +9,6%), Polonia (188 milioni, +6,2%), Turchia (124 milioni, -3,9%), Spagna (119 milioni, +19,7%), Russia (99 milioni, -3,9%), Messico (84 milioni, +5,2%), Svizzera (74 milioni, +36,8%).

Aumenta l’utilizzo della capacità produttiva

La performance positiva dell’industria italiana del settore si è riflessa sul livello di utilizzo della capacità produttiva, la cui media annua è aumentata passando dall’80,2% del 2021 all’86,6% del 2022.

 

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Piano Transizione 4.0, revisione in arrivo già nel 2023 per incentivare anche gli investimenti green (e c’è anche una proposta di Ucimu)

Grazie a nuove risorse che potrebbero giungere da Bruxelles, in particolare dal fondo RePower EU, potrebbe arrivare già nel corso del 2023 l’attesa riforma del Piano Transizione 4.0: ad anticiparlo è Marco Calabrò, Dirigente del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, intervenuto nel corso della sessione “Finanziare l’innovazione. Presente e futuro del Piano Transizione 4.0 e le politiche di supporto all’industria sostenibile”, che ha concluso l‘Industry 4.0 360 Summit, l’evento full digital organizzato da Innovation Post, Industry4Business e Internet4Things, tutte testate parte del Network Digital 360.

Una sessione che, oltre che sugli scenari prossimi e possibili del Piano Transizione 4.0, ha fornito una panoramica degli incentivi a supporto della transizione digitale e sostenibile delle imprese, che stanno assumendo sempre più il ruolo di leve per abilitare modelli di business strategici e competitivi, in grado di rispondere ai nuovi paradigmi del manifatturiero.

Per restare competitive sul mercato, infatti, le aziende devono essere in grado di affrontare i nuovi paradigmi della manifattura che richiedono all’industria di muoversi lungo le direttive dei paradigmi già abilitati dall’Industria 4.0 – come la personalizzazione, la flessibilità e la servitizzazione – e da quelli che sono stati individuati come pilastri dell’Industria 5.0, vale a dire resilienza, sostenibilità e umano-centrismo.

 

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Urso: “Le risorse del PNRR per Transizione 4.0 sono esaurite”

In occasione del Tavolo Moda tenutosi oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy il ministro Adolfo Urso è tornato a parlare del tema degli incentivi previsti dal piano Transizione 4.0.

Sulla questione, come è noto, l’industria sta chiedendo a gran voce il ripristino delle aliquote 2022 in luogo di quelle dimezzate in vigore da gennaio 2023.

Urso: “Fondi del PNRR esauriti”

Mentre fino a qualche settimana fa il ministro aveva confermato un’interlocuzione con Bruxelles per poter utilizzare anche nel 2023 una parte dei 13 miliardi previsti dal PNRR per il piano Transizione 40 nel biennio 2021-2022 (sembravano avanzare circa 3,8 miliardi, cifra poi scesa a 3 miliardi), oggi Urso ha detto che stando agli ultimi dati sono “oltre 150.000 le imprese che hanno utilizzato gli incentivi previsti dal Piano esaurendo così i fondi disponibili”.

Il motivo sarebbe l’impennata delle richieste di fruizione del credito d’imposta registrata a dicembre 2022, in vista proprio del dimezzamento delle aliquote previste da gennaio.

Urso ha sottolineato che il boom delle richieste sarebbe da imputare “anche all’attenzione mediatica che abbiamo dato alla misura”.

 

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Macchine utensili, l’Italia si conferma quarto produttore e quarto consumatore mondiale

L’Italia è (e resterà) quarto Paese al mondo nella classifica dei costruttori di macchine utensili, dopo Cina, Germania e Giappone e davanti agli Stati Uniti. Ed è anche ormai stabilmente il quarto paese consumatore, dopo Cina, Stati Uniti e Germania e davanti al Giappone.

I dati sul mercato mondiale della Macchina Utensile, resi noti da Barbara Colombo, presidente di Ucimu – Sistemi produttivi, sono ricavati da elaborazioni del centro studi di Ucimu su dati di Oxford Economics, Gardner, ITC e altre associazioni nazionali.

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I risultati dell’indagine Intesa Sanpaolo e BI-REX

Osservatorio #4.0 Intesa Sanpaolo BI-REX Competence Center Prevalenza #robotica tra #tecnologie #industry40

 

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